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Contenuti dell'articolo
Cos’è l’Equity Crowdfunding?
L’equity crowdfunding è una tipologia di crowdfunding, quindi un metodo di raccolta di capitali, nel quale un vasto numero di soggetti finanziano una società (di capitali) ricevendo in cambio delle equity (ovvero quote o azioni della società stessa). Questo metodo differisce da un’altra tipologia di crowdfunding, il reward crowdfunding based, per il fatto che in quest’ultimo caso la ricompensa che riceve l’investitore non è finanziaria (solitamente sono prodotti o servizi).
Come funziona l’Equity Crowdfunding?
La società che vuole raccogliere finanziamenti attraverso l’equity crowdfunding si rivolge a una piattaforma di crowdfunding autorizzata dalla Consob che agisce quindi da intermediario, e stipula con questa un contratto di servizio. Il portale può però essere gestito anche da banche e società di intermediazione mobiliare (SIM).
Il portale lancia la campagna e, se questa va a buon fine, la piattaforma riceve un compenso che consiste solitamente in una percentuale del capitale raccolto (in media del 5%). Se l’obiettivo non viene invece raggiunto, i soldi vengono restituiti agli investitori.
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Chi sono gli investitori?
Solitamente si tratta di investitori con significative disponibilità di denaro che vogliono investire in startup ad alto potenziale di crescita come quelle hi-tech (investitori accreditati) o persone come familiari, amici e partner della società. L’investimento medio è di €9.500 ma vi sono molti investimenti a cifre molto più alte o molto più basse.
Per quali Startup è consigliato?
Questo tipo di crowdfunding è consigliato a startup innovative con un alto potenziale di crescita e con un progetto pronto per il mercato. Questa tipologia di finanziamento è ideale per quei founder o imprenditori che voglio crescere espandendo il loro mercato.
Se una campagna di equity crowdfunding va a buon fine, la startup ottiene importanti effetti collaterali in termini di promozione e condivisione dei prodotti/servizi.
Quanto costa una campagna di equitycrowdfunding?
Le campagne di equity crowdfunding hanno dei costi che solitamente possono essere raggruppati in quattro principali tipologie: costi di controllo, commissioni, interessi e costi organizzativi.
- Costi di controllo: questo costo è legato al costo di fattibilità e affidabilità dei progetti (due diligence) e in parte a costi relativi a premi assicurativi.
- Commissioni: l’ammontare delle commissioni sul capitale raccolto oscillano solitamente tra il 4% e il 10% mentre in altri casi è possibile che coincidano con una quota fissa di bassa entità.
- Interessi: sono relativi ad interessi eventualmente da pagare.
- Costi realizzativi: sono relativi al tempo impiegato per la pianificazione della campagna e alla produzione di un pitch, cioè un documento in formato cartaceo, video e/o un business plan che spiega il progetto ai potenziali investitori. Questi costi vanno poi aggiunti quelli di marketing.
In cosa si differenzia dalle altre forme di investimento?
L’equity crowdfunding si differenzia con le altre forme di finanziamento per il fatto che non ha una componente di debito. Qui piuttosto che contrarre un debito, lo startupper o imprenditore preferisce cedere quote o azioni della società all’investitore che di fatto diventa socio della startup stessa. Legalmente, comprare delle quote o azioni di una Startup, è molto simile all’acquisto di quote o azioni in società private.Il possesso di equity permette così all’investitore di acquisire i seguenti diritti:
- partecipazione all’erogazione dei dividendi (diritti patrimoniali)
- diritto di voto nelle assemblee (diritti amministrativi)
- diritto di prelazione sulle azioni di nuova emissione (diritti di opzione)
Nel caso specifico dell’equity crowdfunding, la legislazione vigente permette all’investitore italiano di godere anche dei seguenti diritti:
- diritto di ripensamento: diritto di recesso, immotivato e senza spesa, entro sette giorni di dall’ordine di adesione;
- diritto di revoca dell’investimento: se durante l’offerta avvengono dei fatti nuovi o errori materiali;
- diritto di co-vendita: se alla conclusione dell’offerta sul portale i soci di maggioranza trasferiscono la propria partecipazione a soggetti terzi quelli di minoranza hanno la possibilità di recedere dalla società, ovvero di vendere le proprie partecipazioni al soggetto che acquista il pacchetto di controllo alle stesse condizioni applicate ai soci di controllo.
A questi diritti si aggiungono dei diritti di natura fiscale quali quelli ad usufruire di incentivi e detrazioni fiscali che possono ridurre significativamente il costo del finanziamento. In particolare:
- una detrazione IRPEF lorda pari al 30% (40% se l’investimento è effettuato nel 2019 in accordo alla Legge di bilancio 2019, misura però subordinata all’approvazione della commissione Europea) della somma investita e fino a un massimo di 1 milione di euro per le persone fisiche;
- le persone giuridiche (società) possono invece usufruire di una deduzione massima sull’imponibile IRES pari al 30% (anche per loro vale quanto detto sopra) sino ad un massimo di 1 milione e 800 mila euro. In entrambi i casi investimento deve essere mantenuto per un minimo di tre anni.
Equity Crowdfunding: vantaggi e svantaggi
Investire in equity crowdfunding può risultare una scelta molto interessante per ottenere un buon rendimento dal proprio capitale. Tuttavia come ogni altro tipo di finanziamento presenta dei vantaggi e degli svantaggi.
Vantaggi dell’equity crowdfunding
Ecco i vantaggi:
- consente di raccogliere capitali da una moltitudine di persone on-line;
- il finanziamento proveniente da investitori multipli aumenta la possibilità di reperire grosse somme di denaro;
- l’apertura del capitale a nuovi soci potrebbe portare in azienda persone con competenze essenziali per la crescita della stessa:
- una campagna di equity crowdfunding di successo permette di fare acquisire alla società una grande visibilità e con essa la possibilità di connettersi con potenziali clienti.
Svantaggi dell’equity crowdfunding
Ecco i possibili svantaggi:
- perdita di tutto o parte del capitale;
- impossibilità di ricevere dividendi;
- rischio di illiquidità;
- diluizione in termini percentuali della propria partecipazione nella società;
- mancanza di competenze ed esperienza in ambito finanziario che conduce a sovrastimare il valore delle proprie quote/azioni della società.
Equity crowdfunding: regolamentazione normativa
L’equity crowdfunding nel nostro paese è disciplinato dal Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito in Legge il 17 dicembre 2012, n. 221), meglio conosciuto come Decreto Crescita 2.0. Con questo provvedimento il legislatore ha demandato alla CONSOB l’adozione di una disciplina in materia di “Raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali online”. In data 26 giugno 2013 la CONSOB con delibera n. 18592, ha adottato il Regolamento.
Con l’introduzione di queste norme si vuole favorire la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali ad “alto valore tecnologico”. A tal fine l’abilitazione alla raccolta di capitale attraverso il crowdfunding attribuita precedentemente alle sole start-up innovative è stata estesa anche alle PMI e altri soggetti in ogni caso legati alla ricerca e allo sviluppo di servizi e prodotti innovativi (Decreto Legge 24 gennaio 2015, n.3, convertito con modificazioni dalla Legge 24 marzo 2015).
L’Italia, con queste norme, si ritrova così ad essere il primo Paese in Europa ad aver adottato una normativa specificamente dedicata all’equity crowdfunding, anticipando anche la SEC negli Stati Uniti.
Equity crowdfunding: in numeri
In base ai dati della ricerca eseguita da Startseed (aggiornati a Novembre 2017) risulta che l’equity crowdfunding ha registrato un incremento del 150% rispetto l’anno precedente. Le 78 startup che hanno fatto ricorso a questa tipologia di crowd si stima che abbiano raccolto più di 11 milioni di euro. Nel complesso il crowdfunding nel nostro paese è cresciuto di oltre il 45% rispetto al 2016. Come per il 2018, anche per l’anno in corso sono previsti margini di miglioramento.
Il valore complessivo del crowdfunding (rappresentato dal totale raccolto dagli 15.915 progetti finanziati su tutte le piattaforme italiane) ammonta a € 133.197.153,17 di cui € 41.406.243,66 raccolti nel solo 2017.
Il totale risulta così distribuito:
- Donation/reward → € 34.244.746,57
- Do ityourself → € 4.750.530,00
- Equity → € 18.952.602,60
- Lending → € 75.249.274,00
Come si può vedere dai risultati, l’equity crowdfunding raccoglie maggiori importi per singolo progetto ma muove un volume finanziario inferiore rispetto agli altri modelli. Questa tendenza emerge da una analisi dei dati precedenti a livello globale. Dal report Massolution 2015 emerge infatti che degli 1,11 miliardi raccolti dall’equity crowdfunding, 787 milioni riguardavano il Nord America e solo 177 milioni l’Europa.
Dal report Massolution 2012 emerge invece che solo il 21% dei progetti presentati aveva degli obiettivi superiori a 250.000 dollari, con un valore medio di 190.000 dollari per progetto.
Il motivo di questi volumi complessivi così bassi viene solitamente ricondotto ai seguenti fattori:
- recente nascita ed evoluzione di questo modello;
- vincoli giuridici che appesantiscono o bloccano le operazioni finanziarie online;
- complessità con la quale si guarda alla trattazione di questi strumenti finanziari;
- rischio di perdita totale del capitale investito.
Piattaforme di Equity Crowdfunding
Le piattaforme di equity crowdfunding sono degli intermediari per la raccolta di capitali di rischio ai quali le startup innovative possono rivolgersi per lanciare delle campagne di crowdfunding.
Tra le principali piattaforme di Equity Crowdfunding (29 piattaforme) riportiamo:
- Actioncrowd
- BacktoWork24
- Clubdealonline.com
- Cofyp
- Concrete
- Crowdfundme
- Doorway
- Ecomill
L’elenco completo è disponibile presso il sito della CONSOB
Glossario del Crowdfunding
Chiudiamo l’argomento con un po’ di spiegazioni sulle varie terminologie utili in per l’equity crowdfunding.
Crowdfunding: è un metodo per la raccolta di capitali che può essere attuato con modalità operative e finalità diverse e si basa sullo sforzo collettivo di un gruppo di persone differenti (amici, familiari, clienti, investitori individuali,…).
Accredited investor (investitore accreditato): un investitore accreditato è una persona fisica con reddito superiore a $ 200,000 in ciascuno dei due anni più recenti o reddito congiunto con un coniuge superiore a $ 300,000 per quegli anni e una ragionevole aspettativa dello stesso reddito dell’anno in corso, oppure un una persona fisica che ha un patrimonio netto individuale o un patrimonio netto congiunto con il coniuge che supera $ 1 milioni al momento dell’investimento, escludendo il valore della residenza primaria di tale persona”.
Donation-based crowdfunding: è un tipo di crowdfunding che consiste in una semplice donazione a seguito della quale però chi l’ha effettuata non riceve alcuna ricompensa.
Rewards-based crowdfunding: è un tipo di crowdfunding nel quale i sostenitori ricevono una ricompensa sulla base dell’importo che hanno investito nel progetto finanziato, questa consiste solitamente in un prodotto o un servizio.
Equity-based crowdfunding: è un tipo di crowdfunding nel quale il contributore acquisisce delle quote o azioni dell’impresa in cui ha investito potendo così ottenere dividendi dal capitale posseduto ed eventualmente dalla vendita della propria quota (capital gain).
Conclusione
Speriamo che questo articolo ti abbia dato tutte le informazioni che cercavi sul mondo dell’equity crowdfunding. Per qualsiasi dubbio o domanda, o se vuoi che realizziamo un articolo su uno specifico argomento non esitare a commentare l’articolo!
articolo by it’s campus team