- Readers Rating
- Rated 5 stars
5 / 5 (Reviewers) - Spectacular
- Your Rating
Contenuti dell'articolo
Venture capital
Il venture capital (VC) è un importante strumento finanziario al quale startup e PMI innovative possono fare ricorso per supportare la loro crescita e sviluppo. In questo articolo verrà spiegato cos’è esattamente un venture capital, come funziona, chi sono i soggetti che forniscono questi capitali e qual è la differenza tra venture capital e private equity. Verrà infine fornita una panoramica sulla situazione dei VC in Italia e un breve elenco dei principali fondi italiani.
Cos’è un venture capital?
Il venture capital è l’apporto di capitali utilizzati per finanziare l’avvio o la crescita di società ad alto rischio ma con elevate prospettive di crescita e redditività a lungo termine. Più precisamente sono operazioni d’investimento.
Società in genere non quotate e con un alto potenziale di sviluppo come le startup necessitano, particolarmente durante le prime fasi di vita, di capitali. Strategicamente esse si finanziano facendo ricorso a capitali di rischio che in parte ottengono da fondi di investimento alternativi (FIA) come i venture capital. Si tratta per lo più di fondi mobiliari chiusi gestiti da una società di gestione del risparmio (SGR) autorizzata, della durata di 3-10 anni, nei quali gli investitori, i cosiddetti venture capitalist, si assumono un alto rischio in prospettiva di un elevato ritorno economico (anche del 27%).
L’investimento in un fondo di venture capital, come avviene per i business angel, è un investimento in equity, cioè comporta per la startup la cessione di quote o azioni della società (solitamente fino al 20-25%). Il ritorno economico per il venture capitalist si realizza materialmente:
- a scadenza, quando col disimpegno delle quote realizza un capital gain dall’accrescimento di valore della società;
- con la vendita delle partecipazioni tramite IPO (borsa valori);
- in caso di vendita della società ad un’altra compagnia (exit).
Come funziona il venture capital?
Queste sono le caratteristiche del fondo:
- il fondo di venture capital è generalmente un fondo mobiliare chiuso promosso da una società di gestione del risparmio (SGR) autorizzata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un fondo “chiuso” si caratterizza per il fatto che ha una durata prefissata (3-10 anni), i sottoscrittori possono riscattare le loro quote solo a scadenza ed una volta completata la raccolta questa si “chiude” e non è più permessa l’entrata di nuovi sottoscrittori.
- Il capitale del fondo è patrimonialmente separato da quello della SGR che ha promosso la raccolta (fundrasing) e agli investitori viene attribuita una percentuale in base alle quote del fondo sottoscritte.
- A differenza del modello anglosassone i venture capitalists entrano nel fondo non come soci a responsabilità limitata ma come “soci temporanei”.
- L’ammontare delle sottoscrizioni non viene versato immediatamente dal sottoscrittore ma in proporzione e nei tempi stabiliti dal gestore.
- Il venture capitalist può essere garantito contro l’eventuale fallimento della startup diversificando il suo finanziamento, oltre che con azioni, anche con obbligazioni e convertible preferred shares dei titoli di capitale e di debito che attribuiscono al sottoscrittore un dividendo predeterminato e tramite la restituzione privilegiata del capitale in caso la società venga liquidata. Nonché una opzione di rivendita dei titoli alla società e la conversione in azioni ordinarie in caso di IPO.
Chi fornisce venture capital?
Nel mondo anglosassone il modello di venture capital è rappresentato di solito da una società a capitale variabile (limited partnership) tra diversi sottoscrittori (limited partners) gestita da un team di manager (general partner). In quello italiano, come abbiamo visto in precedenza, i capitali al fondo vengono forniti dai venture capitalist. Questi investitori non si limitano però al solo apporto economico, ma il loro è anche un apporto di competenze manageriali e finanziarie, consulenza strategica, di marketing e operativa.
Rientrano in questa classe i seguenti operatori:
- Investitori istituzionali: sono rappresentati da fondi comuni di investimento, finanziare, banche e assicurazioni, società di gestione del risparmio, enti pubblici territoriali, holding finanziarie e holding familiari.
- Privati: sono rappresentate da imprese medio-grandi che investono direttamente in startup e questi investimenti possono essere considerati come operazioni di open innovation. Rispetto al classico investitore infatti questo investe non solo per motivi finanziari, ma anche per avere accesso a innovazioni e modelli che possano contribuire all’innovazione del proprio core business.
Una volta raccolto, il capitale di rischio viene poi investito in singoli deal per importi diversi in differenti settori (ICT, medtech, robotica,…) e in fasi diverse del ciclo di vita della società sui cui si è deciso di investire.
Se sei interessato all’argomento potresti trovare interessante questo articolo:
Venture capital e ciclo di vita di una start up
All’interno del venture capital vi sono investitori che si focalizzano in differenti stadi del ciclo di vita dell’impresa. Vi sono quelli che vogliono sostenere la startup sin dalla fase di seed financing, cioè quando ancora non esiste un prodotto, ma bensì un’idea ancora da testare. L’importo di un investimento in seed capital è generalmente compreso tra 0 e 1 milione di euro.
Altri che preferiscono invece intervenire in fase early stage, cioè quando la produzione è stata avviata e si vuole ora sostenere il loro sviluppo per il quale sarà necessario lanciare nuovi prodotti e attività di marketing. Gli investimento in startup financing generalmente oscillano tra 1 e 5 milioni di euro.
Altri ancora intervengono infine quando l’impresa è strutturata, si è affermata ma vuole ora fare il grande balzo e affermarsi anche in contesti internazionali e diventare così una scaleup company. Gli investimento nella fase growth stage o di expansion financing sono superiori ai 5 milioni di euro.
Cosa convince i venture capitalist ad investire?
Non a tutti i progetti viene concesso di essere finanziati attraverso i VC, I venture capitalist infatti operano una selezione molto selettiva (scusate la ripetizione). Questi, in particolare, tenderanno a privilegiare imprese con una ottima idea di business innovativa, la presenza di una management qualificato e la presenza di vantaggi competitivi. Ed in ogni caso dopo avere eseguito uno screening ed una valutazione finale (due intelligence) previa visione dei seguenti documenti:
- elevator pitch: è un documento di presentazione del progetto (idea di business, membri del team, vantaggio competitivo, strategie di sviluppo, profittabilità del progetto, finanziamenti);
- busines plan: è un documento esprime gli aspetti commerciali del progetto.
Venture capital e private equity
Spesso si fa confusione tra questi due tipi di investitori. Vediamo quindi di rendere chiara la differenza tra venture capital e private equity. L’AIFI (Associazione Italiana del Private Equity) ne dà la seguente definizione:
l’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, con l’obiettivo della valorizzazione dell’impresa oggetto dell’investimento ai fini della sua dismissione entro un periodo di medio-lungo termine.
Il venture capital è quindi una componente del private equity. Questo opera lungo tutto il ciclo di vita di una startup o impresa innovativa (dall’idea all’IPO). Il venture capital è inoltre maggiormente coinvolto nella struttura operativa. La principale differenza tra i due è data dal fatto che il primo investe quando la componente di rischio è maggiore. Il private equity infatti interviene quando l’impresa è matura, presenta prospettive di alta redditività e necessita di Round di serie C o D (growth stage).
Venture capital Italia: panoramica
In Italia i finanziamenti in venture capital nel 2018 sono cresciuti e si stima che siano arrivati a toccare i 400 milioni di euro. Siamo ancora però ben lontani dalle performance dei principali paesi europei. In flessione è invece la raccolta fondi di VC attraverso il fundraising e condivisa è la tendenza dei VC di finanziare meno operazioni ma per importi maggiori. In crescita è anche il corporate venture capital (CVC), cresciuto l’anno passato con ritmi elevati, un +14% rispetto il 2017 e la crescita è stata uniforme in tutte le regioni del Paese.
Per quest’anno forte è l’attesa generata dalle misure contenute dalla legge di bilancio 2019 tra le quali:
- l’istituzione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di un fondo a sostegno del VC con una dotazione di 110 milioni distribuiti nel periodo 2019-2025;
- la possibilità per i fondi di previdenza obbligatoria di investire in VC;
- obbligo per i PIR (Piani Individuali di Risparmio) di investire il 3,5% delle loro risorse in VC;
- obbligo per lo Stato di investire ogni anno il 15% dei dividendi delle società partecipate in VC.
A queste si sommano poi misure come l’aumento del 40% degli incentivi fiscali per investimenti nel capitale di rischio delle startup innovative.
Elenco venture capital presenti in Italia
Di seguito si riporta un elenco dei principali fondi di venture capital operanti in Italia. Di alcune le descrizioni sono state prese dai relativi siti web.
Innogest: è uno dei principali fondo di investitori italiani con sedi a Torino e Milano e punta su imprese tecnologiche innovative italiane di successo con elevato trend di crescita. Ha finora investito 60 milioni in 32 Startup principalmente nei settori ICT/digitale e tecnologico medicale (healthcare). I Fondatori sono Claudio Giuliano e Marco Pinciroli.
P101: è una società di venture capital specializzata in investimenti early stage nel settore digitale. Collabora con i principali acceleratori d’impresa in Italia. Tra i partner, Andrea di Camillo, Giuseppe Don Vito e Glenda Grazioli, che mettono a disposizione dei nuovi imprenditori competenze e know-how e li aiutano a sviluppare il loro business.
Pankès: è un fondo che finanza startup e PMI del settore della tecnologia medica (medtech) in Europa e Israele. In particolare quelle con il potenziale per avere un impatto positivo sulla società. Ha relazioni anche con partner industriali selezionati per aiutare le aziende ad accelerare lo sviluppo.
Principia SGR: società di gestione di risparmio che ha finanziato circa 40 società grazie a due fondi (Principia fund I e Principia II), dal 2014 ne ha lanciato un altro (principia III-Health) per investimenti venture e growth nel settore salute. Supporta imprese ad elevato contenuto innovativo (startup high-tech, spin-off industriali accademici, aziende in fase di espansione PMI).
United Ventures: investe in società innovative incentrate sul software e tecnologie digitali e segue le startup nell’intero ciclo di vita: dal seed al cosiddetto go to market (lo sbarco sul mercato del servizio prodotto). Ha investito in società come MoneyFarm, Cloud4WI, Halldis, AppBuilder, 20Lines, Marinanow, Lovethesign, BuzzMyVideos, Musixmatch.
L-Venture: per fase seed/early stage
LVenture investe fino a € 80.000 in Startup nelle fasi iniziali di sviluppo, poi fino a € 250.000 nelle Startup uscite con successo dal programma di accelerazione in ulteriori Startup è in fase più matura selezionate sul mercato.
Barcamper Ventures: è un fondo di accelerazione istituito da Primomiglio SGR con l’obiettivo di investire in startup tecnologiche ad alto potenziale, selezionate mediante un processo di accelerazione ed investimento che mira a industrializzare il seed capital.
Oltre Venture: fondato Luciano Balbo e Lorenzo allevi nel 2006, Oltre Venture è il primo fondo di venture capital sociale. Con “Oltre 1” ha raccolto 7,5 milioni di euro da 21 investitori, mentre Oltre II ha finora raccolto 35,67 milioni di euro.
Qui puoi trovare l’elenco completo dei fondi di venture capital: clicca qui
Conclusione
Speriamo che questo articolo ti abbia dato tutte le informazioni che cercavi sul venture capital. Per qualsiasi dubbio o domanda, o se vuoi che realizziamo un articolo su uno specifico argomento non esitare a commentare l’articolo!
articolo by it’s campus team